La carie dentaria

La carie dentaria


La carie distrugge i tessuti più duri del dente ed inizia in genere nello smalto. I primi segni sono il suo cambiamento di colore, lo smalto perde la sua lucentezza e diviene di colore bianco gesso. I prismi che lo costituiscono si distruggono, formando una cavità che si ingrandisce, affondandosi verso la dentina ed invadendola. Si crea così una caverna, spesso a forma di fiasco, con pareti scure, contenente residui di cibo e tessuti disgregati. La carie insorge più facilmente lungo i solchi intercuspidali dei molari e dei premolari e nelle superfici libere di tutti i denti in cui avviene il ristagno dei cibi. I primi e i secondi molari, i premolari e gli incisivi superiori sono fra i primi ad essere colpiti, meno predisposti i canini e gli incisivi inferiori. Altre zone nelle quali con maggiore frequenza si verifica l'insorgenza della carie sono quelle interdentali, laddove più difficoltosa risulta la rimozione della placca e dei residui alimentari.

Le cause di una carie sono legate a tre fattori determinanti :la flora microbica presente nella bocca, le condizioni generali dell'individuo, e le sue abitudini alimentari. Tra i vari batteri presenti nel cavo orale, vi è una specie più cariogena delle altre : lo Streptococco Mutans. Questo streptococco sintetizza acido lattico, che scioglie i tessuti duri del dente, a partire da glucosio, che è il componente dei residui alimentari che restano in bocca dopo un pasto. Le condizioni generali che aumentano il rischio di carie sono le alterazioni del flusso salivare, sia quelle di tipo quantitativo (in genere il flusso salivare medio è di 1000ml al giorno) che quelle di tipo qualitativo (alterazione delle concentrazioni dei componenti della saliva). La saliva combatte la carie tamponando l'acidità della bocca, e ha funzione sia microbicida che immunitaria. Infine, le cattive abitudini alimentari, ossia i frequenti spuntini, o l'eccessivo consumo di cibi dolci, aumentano il rischio di carie. Gli zuccheri semplici (più raffinati) e quelli più appiccicosi sono i più cariogeni. La frequenza elevata di assunzione di zuccheri mantiene un pH della bocca acido, e la demineralizzazione è continua. Per prevenire questo, occorre lavare i denti dopo ogni pasto. Una volta instaurato il processo carioso, ossia si forma quella cavità prima nello spessore dello smalto e poi in quello della dentina, esso continua senza sosta, fino ad arrivare alla polpa del dente. La polpa, come del resto tutti i tessuti dentari, non ha capacità riparative, perciò l'unico che può riparare il danno è il dentista.

Sintomi


All'inizio, la carie può essere solo visibile, senza dare sintomatologie degne di nota. Man mano che la lesione cariosa progredisce fino a giungere alla dentina compaiono i primi sintomi della malattia. Questi sono connessi agli stimoli fisici (freddo e caldo) e chimici (zuccheri). Infatti, a livello della dentina sono presenti particolari strutture, dette tubuli dentinali, che contengono il prolungamento citoplasmatico degli odontoblasti e un liquido da essi formato. I batteri che provocano la formazione della carie producono enzimi e sostanze tossiche che si diffondono attraverso i tubuli che per mezzo degli odontoblasti sono direttamente collegati alle strutture vascolo-nervose presenti nella polpa. Se la lesione cariosa non viene rimossa, tali sostanze tossiche continueranno a diffondersi fino a giungere all'organo della polpa. La sintomatologia a questo punto diventa viva ed assume le caratteristiche tipiche della nevralgia del trigemino della seconda o della terza branca a seconda della zona imputata: nevralgia del nervo mandibolare se il dente è nel mascellare inferiore; nevralgia del nervo mascellare se il dente è nel mascellare superiore. I sintomi specifici sono: dolore diffuso a tutta l'emiarcata dentaria senza possibilità di distinzione del dente dolente, dolore esacerbato dagli stimoli chimici e fisici. In questo stadio la polpa è in pulpite cioè ha aumentato il suo volume per dilatazione delle arterie (facilitazione dell'arrivo delle cellule imputate nel processo della flogosi). Dopo questa fase il dente non da più sintomi in quanto la polpa, essendo contenuta in un contenitore rigido, va incontro ad ischemia. L'ischemia provoca la necrosi della polpa ed il processo carioso diventa silente.

Terapia


La terapia della carie consiste nella rimozione del tessuto cariato e nell'otturazione della cavità residua con materiali diversi (dalla antiestetica, duratura ma potenzialmente tossica amalgama di argento, ai materiali estetici come i composito, ai cementi vetroionomerici, agli intarsi in oro, ceramica o composito) a seconda delle esigenze estetice e funzionali. La terapia della pulpite consiste nell'apertura mediante trapanazione della cavità pulpare, nell'asportazione completa della polpa (nel caso non possa essere conservata) ed in una disinfezione accurata, quindi l'otturazione della cavità completerà l'opera.

Prevenzione


La prevenzione della carie consiste in una costante igiene della bocca e dei denti, in una alimentazione ricca di vitamine e sali minerali (calcio e fosforo). Anche un buon esercizio masticatorio, come addentare una mela, può essere utile,benché aiuti principalmente a prevenire dolori dell'articolazione temporo-mandibolare. Importante la collaborazione con il medico per curare la dentatura dall'inizio del suo sviluppo, in quanto malattie generali o una nutrizione insufficiente possono alterare la crescita del dente e renderlo più facilmente attaccabile dalla carie. Per l'igiene della bocca va adoperato uno spazzolino né troppo duro (per evitare di ferire le gengive o scalfire lo smalto), né troppo molle, in quanto non eserciterebbe una buona pulizia. Lo spazzolino ideale è uno con testina corta, setole sintetiche e punte arrotondate.Occorre anche una corretta opera di pulizia, massaggiando la base dei denti, per eliminare i residui presso la gengiva e facendo scorrere lo spazzolino dalla base verso l'estremità, sia sul lato esterno che su quello interno. All'azione fisica dello spazzolino, può essere unita l'azione della pasta dentifricia facendo attenzione al fatto che questa, con la presenza di aromi, non consente una corretta percezione della pulizia del cavo orale, non importa ovviamente il nome commerciale ma i principi attivi al suo interno: fluoruro di sodio per le carie, triclosan per le parodontiti,clorexidina per la placca. Necessario anche l'utilizzo del filo interdentale, per pulire gli interstizi fra un dente e l'altro. La pulizia va attuata al mattino e dopo ogni pasto.

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